Capita che fai un campionato stupendo, oltre ogni aspettativa nel quale perdi una sola partita dopo la bellezza di 25 vittorie consecutive.
Capita che questo accada nell'unico stadio nel quale hai trovato una tifoseria degna di questo nome, per organizzazione e per "volume canoro".
Poi, però, ci sono anche cose che capitano molto raramente.
Come, ad esempio, che alla fine di quella partita, mentre le squadre escono e tu applaudi le tue calciatrici, la capitana della squadra
avversaria applauda te per farti capire che apprezza questo tuo gesto che va al di là del risultato.
E non ti aspetti certo che questo faccia nascere con la tifoseria avversaria un rapporto di amicizia bellissimo che porterà in seguito a mantenere i contatti tra i tifosi per raccontarsi della voglia reciproca di rivedersi e di riabbracciarsi.
Sono situazioni utopiche anche solo da pensare in gran parte del calcio di oggi.
Però quando la capitana delle avversarie si chiama Emanuela Conventi e le due tifoserie coinvolte sono quella del Bologna e del Venezia 1985, beh, allora succede che a fine partita ci si beva una birra insieme e si passino un paio d'ore a parlare di calcio, a confrontarsi, a condividere emozioni e progetti e a capire che sotto sotto sono molte di più le cose che ci legano di quelle che ci dividono.
Ecco, allora, il finale che non ti aspetti, nel quale ci si mandano messaggi, ci si invita a feste, si trovano occasioni per incontrarsi e, visto che spesso le cose non sono così impossibili quando le si vogliono veramente fare, capita anche che in una giornata in cui gli impegni delle due squadre non sono sovrapposti, i tifosi del Venezia 1985 decidano di fregarsene dei 150 Km di distanza, e si spostino per andare a vedere una partita con gli amici del Bologna tifando tutti insieme per le rossoblù.
Basterebbe questo a farci capire che il tifo non è un problema, ma che siamo noi a decidere di farlo diventare tale, però ci tengo troppo a condividere con voi come questa giornata di sport vero si sia poi consumata.
L'appuntamento è alle 11:45 allo stadio di Granarolo, dove poche ore dopo si sarebbe giocato il match che ci opponeva al Tavagnacco, ma alla fine arriviamo tutti un po' prima, compresi gli amici di Venezia che sono i primi a raggiungere il Bonarelli.
I saluti, gli abbracci lasciano posto subito alle chiacchiere del caso che decidiamo di proseguire dietro a qualche sorso di prosecco e a qualche stuzzichino salato.
Giusto il tempo dell'aperitivo che ci spostiamo verso il ristorante, e qui, facciamo prendere un mezzo coccolone a Peter, che stava pregustando le tagliatelle al ragù dal giorno prima ma non poteva sapere che la trattoria dove avevo prenotato si trovava esattamente dietro ad un ristorante giapponese. Così, quando facendo strada ho messo la freccia in prossimità dell'insegna dell'Asian Food, mi ha detto che qualche brutto pensiero sul mio conto l'ha fatto.
La mia trattoria di fiducia, si è rivelata per fortuna all'altezza delle aspettative e le tagliatelle di Peter erano veramente di sfoglia fatte con le uova e non con la soia, per cui il primo pericolo della giornata è stato scampato.
L'occasione del pranzo è poi stata quella di organizzare i prossimi incontri, tanto che io, un bel segno sul 2 giugno già l'ho messo e, molto probabilmente, ci si vedrà anche prima.
Dopo un inevitabile passaggio di gnocco fritto col salume, noi "bolognesi" siamo dovuti andare verso lo stadio per poter posizionare gli striscioni e preparare tutto il materiale, lasciando che i nostri ospiti se la prendessero con la dovuta e meritata calma.
Ci si ritrova quindi dentro il Bonarelli, dove attacchiamo tutti gli striscioni di Filippo, ognuno dei quali ha una propria storia dietro che andrebbe raccontata, e non è detto che un giorno non lo si faccia proprio in questa sede.
Alla lettura delle formazioni, lo speaker del Bologna ha dato il benvenuto e ringraziato per la presenza gli amici del Venezia 1985, poi, tutto l'incontro è stato accompagnato da cori cantati insieme e coreografie coi colori di entrambe le tifoserie.
Il risultato positivo è stato un ulteriore motivo di contentezza, ma la felicità di questa giornata, per quello che ha rappresentato e per come lo ha fatto, è andata davvero al di sopra di tutto quanto.
I saluti, sono chiaramente stati degli arrivederci a presto, visto che, come detto, ci saranno a breve occasioni per riabbracciarsi.
Se è stata una giornata che porteremo dentro di noi per tanto tempo, devo ringraziare innanzitutto gli amici di Venezia che ci hanno omaggiato della loro presenza, e, come dice un nostro amico, "quei pazzi del Fan Club" che mi hanno aiutato a gestire al meglio la situazione, dimostrando una volta di più che questo è un gruppo clamoroso.
Chiudo riprendendo la riflessione di prima e autocitandomi.
"Il tifo non è un problema, siamo noi a decidere di farlo diventare tale"